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Gli ulivi del Salento

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Gli ulivi del Salento

21/02/2024
La Puglia è indiscutibilmente la regione degli ulivi, con circa 40 milioni di alberi censiti, di cui 15 milioni sono considerati ultracentenari. Ogni pianta è una promessa di futuro per i contadini che la coltivano, sapendo bene che l'olivo richiede tempo e pazienza prima di dare i suoi frutti.
 
La maggior parte di questi ulivi si trovano nelle campagne di terra rossa del Salento, che comprendono circa 84 mila ettari di oliveti, equivalenti a 10 milioni di piante. I loro tronchi narrano storie antiche, alcuni dalle forme strane e quasi umane. Grazie alla legge regionale 14/2007 "Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia", l'estirpazione e il commercio degli ulivi ultracentenari sono vietati, sottolineando l'importanza dell'intervento umano per la loro conservazione.
 
Nomi come "la Testa", "il Faraone", "la Cascata", "il Barone", "la Baronessa" e "il Serpente" sono attribuiti agli ulivi più conosciuti, modellati con cura dagli olivicoltori del Salento. Questi alberi prosperano in un habitat naturale perfetto, dove la terra rossa fertile si mescola con le rocce calcaree. Non sorprende che siano stati riconosciuti come "patrimonio dell’umanità" dall'UNESCO e che, secondo un'antica leggenda, siano stati introdotti dai Greci. L'ulivo era infatti sacro alla dea Atena, come narrato nella mitologia greca, dove il dono di un ulivo offerto da Atena le valse la vittoria sulla lotta per il controllo di Atene contro Poseidone.
 
L'ulivo è anche presente nella Bibbia, ricordando la Terra Promessa e la Palestina, entrambe ricche di questa pianta. Per la religione cristiana, è simbolo di pace e accoglienza.
 
Oggi, gli ulivi sono radicati anche negli stemmi dei comuni salentini come Otranto, la città più orientale della Puglia e d'Italia, dove la leggenda della Torre del Serpe racconta di un rettile che prosciugò l'olio della lampada posta in cima al faro, usato per guidare i naviganti. Questa storia è una delle spiegazioni per cui l'ulivo è presente nello stemma di Otranto, testimoniando l'importanza storica del porto per il commercio dell'olio.
  
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